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al testo di Quin
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LA FESTA DEL VILLAGGIO
Persone sole e coppie e capannelli, la piazza un segno, un sogno, un’attrazione un tempo altro di distrazione dal proprio giorno, dai propri fardelli.
Srotola il Mago i suoi trucchi ad effetto qualcuno lo ricorda ed è perfetto altri li sbaglia e lo fa goffamente ma non ci fa troppo caso la gente.
La Strega è un’infermiera praticona se pure non guarisce i suoi pazienti, fanno la fila e vanno via contenti, non è cattiva, non è neanche buona.
Ha una sua palla di vetro la Strega in cui ha letto il proprio destino, nessuno è ammesso a andarci vicino lei sola legge la sorte e la spiega.
È un’arte appresa la magia del Mago fatta di un lento sforzo quotidiano, si lascia a volte prendere la mano, evoca un angelo e gli appare un drago.
Capelli svigoriti e seno fiacco, la Strega cura ormai solo se stessa, ogni cliente per lei è una scommessa, che termina al momento dell’incasso.
Il Mago è un uomo strano, elementare, il pubblico per lui son solo visi di donne giovani e aperti sorrisi e gli dispiace vederli invecchiare.
La Strega è una donna non da poco sa bene che la vita non è un gioco e che bisogna tenerla a bada ad evitare che il peggio accada.
È ingenuo il mago e conserva una fede: che se la vita è una breve illusione può farsi viva ogni sua finzione. E chi segue i suoi incanti un po’ ci crede.
La Strega è stanca, ha vissuto tanto, se ha dei poteri, le manca la forza, ma la sua pelle è una dura scorza, pronta per la realtà, non per l’incanto.
Gente griffata con abiti scadenti vecchie ricurve appese a cagnolini ma anche molte mamme con bambini tutti a inseguire il gioco dei momenti.
E' il mio popolo questo, la mia gente figlia di tempi mai stati migliori semi rugosi hanno figliato i fiori di una ricchezza ch’è in realtà indigente.
Da chi andrà questa folla nella fiera, quell’uomo vecchio e poco intelligente, quella ragazza ancora adolescente, per leggere il futuro, qui, stasera?
Il Giullare si agita e si sbraccia ma non gl’importa che alla gente piaccia, coi campanelli scuote la testa, sembra che dica: “E' qui da me la festa.” QuinGen23
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